PASSIONI PERICOLOSE: IL MAL D'AMORE

02.07.2018

PASSIONI PERICOLOSE: IL MAL D'AMORE

"Non posso stare né con te, né senza di te"

Immagine di  Ceretti, Uomo allo specchio rotto

La dipendenza affettiva è un disturbo della relazione che si basa sulla distorsione della percezione di sé e del partner. Difatti, sebbene possa coinvolgere anche membri della stessa famiglia (codipendenza), o rapporti di amicizia, si vede frequentemente nelle relazioni di coppia, relazioni totalmente sbilanciate, mancanti di reciprocità, rispetto e parità.

C'è chi si pone in una posizione top, il narcisista patologico, ( ma anche un soggetto borderline o antisociale), chiamato anche controdipendente, perché caratterizzato da uno stile di attaccamento evitante, e chi in una posizione down, il dipendente affettivo.

Il narcisista o controdipendente

 Il controdipendente rifugge l'intimità perché in essa ravvisa una forma di dipendenza da lui tanto temuta. Il narcisista patologico difatti da piccolo non era accettato dai genitori, soprattutto dalla madre, nella sua autenticità, bensì era amato in maniera condizionata alle richieste di perfezione della madre. In Analisi Transazionale si parla di messaggi di copione, ovvero le ingiunzioni, che sono preverbali, e le controingiunzioni, dette anche spinte, che sono verbali. Al piccolo narcisista veniva veicolato il messaggio "sii perfetto" o" compiacimi", così sarai amato. Ciò che arrivava al bambino era: " se faccio tutto alla perfezione, come vuole la mamma allora lei mi ama, altrimenti non esisto". Ecco perché il narcisista da grande, così come faceva da piccolo, tenderà alla perfezione, si sentirà sicuro, onnipotente, grandioso, superiore agli altri, perché se contatta i suoi bisogni, si sente fragile, e se lui è fragile non è perfetto, non è onnipotente, ed è in pericolo perché contatta il messaggio ingiuntivo "non esistere", oppure tu "non sei importante", veicolato dal genitore, aspetto troppo doloroso da essere affrontato. Queste persone come detto rifuggono quindi l'intimità,  e se si trovano in una relazione utilizzeranno tutta una serie di manipolazioni, dapprima per conquistare la preda, mostrandosi come persona debole e bisognosa di amore, poi per renderla sempre più debole, ricorrendo ad esempio al gasligthing, che è una particolare forma di manipolazione psicologica che induce la vittima a dubitare dei suoi stessi pensieri. Quindi all'inizio il controdipendente si mostra bisognoso di amore, capace di empatia, ma (attenzione!) è una empatia finalizzata alla conquista della preda, che più è difficile da raggiungere, più è sfidante per il narcisista, più questi farà qualsiasi cosa per averla. Alla fine la vittima cede alle lusinghe del Don Giovanni, che le ha manifestato tutto il suo amore con la tecnica del love bombing, e si concede al rapporto sessuale. Una volta che il narcisista ha soddisfatto tutte le sue pulsioni sessuali, la partner non serve più, e o si dirige verso altre conquiste oppure se resta nella relazione, diventa terribilmente svalutante nei confronti della compagna, questo perché deve continuamente metterla alla prova, più la donna è umiliata, più è annientata nella sua autostima, più è indifesa e controllabile, non è più quindi come quella madre invadente che faceva mille richieste di perfezione al piccolo narcisista, solo per nutrire il suo ego. Attraverso la svalutazione della partner quindi il controdipendente ottiene sia di nutrire il suo io, sia di non lasciarsi coinvolgere emotivamente, questo perché di base il narcisista disprezza le donne, considerate avide come sua madre, e non generose e accoglienti come un genitore dovrebbe essere nei confronti di un figlio, questo disprezzo viene così generalizzato a tutto il genere femminile.

 Talvolta il narcisista dopo aver lasciato la partner può ritornare, questo fenomeno si chiama Hoovering, tecnica per risucchiare (proprio come fa una aspirapolvere, da lì l'origine del nome), nuovamente la vittima dentro la relazione. Abilmente l' Hoovering viene attuato dopo un periodo di silenzio, anche di diversi mesi, attraverso banali approcci come l'invio di un messaggio per chiedere "come stai?" Se la vittima risponde, anche in modo sgarbato, il gioco è fatto, significa che è ancora disponibile, che ancora lo considera e può così nuovamente alimentare il suo narcisismo. E' utile che l'affettivo dipendete riconosca questa tecnica e il suo intento manipolatorio, proprio per non ricadere nella sua trappola.

Il compleanno Chagall

 Perché il narcisista ritorna?

 Un motivo può essere perché con un nuovo tentativo di approccio vuole verificare che la vittima sia sempre a sua disposizione per dare nutrimento al suo ego, oppure non ha ancora trovato una nuova conquista, visto che attuare il love bombing richiede comunque un investimento di tempo ed energie, e non è detto che dia sempre i risultati sperati, quindi è meglio, nella visione del narcisista, tenersi una porta aperta con la ex.

Il dipendente affettivo

Dall'altra parte in tutta questa dinamica perversa abbiamo la persona dipendente affettiva, solitamente donna, ma ovviamente questo disturbo della relazione si può manifestare a parti inverse, o anche in coppie omosessuali. Più il narcisista umilia e allontana la partner, più questa, ormai caduta nella spirale della dipendenza, si aggrappa disperatamente, perdendo la sua dignità accetta di subire ulteriori vessazioni da parte del suo compagno. Si crea un vero e proprio circolo vizioso, la coppia litiga, lui non perde occasione per far sentire una nullità la sua partner, lei in preda al terrore di restare sola, fa di tutto, fino a ridursi a uno zerbino, per riaverlo vicino, nella speranza di rivivere ogni volta quei momenti idilliaci iniziali, caratterizzati anche da rapporti sessuali molto appaganti.  Il narcisista infatti è caratterizzato da una fervida eccitazione sessuale, e nell'amplesso la dipendente affettiva trova una forma di contatto umano, quel contatto affettivo che ricerca da sempre, fin da quando era piccola. La partner affettivamente dipendente, per timore di perdere l'oggetto d'amore, cercherà di essere impeccabile, inattaccabile, controllandosi a dismisura: controllando l'ambiente conterrà le eventuali svalutazioni e minacce alla propria incolumità fisica e psichica. Questi rapporti infatti, oltre ad essere caratterizzati da manipolazioni e umiliazioni, possono sfociare anche in aggressioni fisiche. La donna affettivamente dipendente può essere caduta in una relazione così disturbata e devastante per diversi motivi tra cui:

  • Non è stata vista, apprezzata e riconosciuta da piccola nei suoi bisogni, ma era lei a dover colmare le necessità altrui.
  • Spesso ha dovuto prendersi cura di un familiare, crescendo così troppo in fretta rispetto alla sua età, ha imparato a cucirsi addosso il ruolo della salvatrice, che deve lenire e curare le ferite fisiche o psichiche di un genitore nella speranza così di essere un giorno amata da colui che ha rifiorito con tanto sacrificio e dedizione.
  • C'è una bassa autostima personale

Estratto dal Film "Le relazioni pericolose"

Questi fattori fanno si che la dipendente affettiva cerchi di instaurare delle relazioni simbiotiche tramite cui potersi riscattare da ciò che ha subito da piccola, dal non amore, ma paradossalmente è attratta proprio da chi quell'amore non può darglielo, e anzi le confermerà l'idea che lei stessa si è costruita nel tempo: "non sono meritevole di amore".

Inizialmente si sente rispecchiata, c'è una identificazione con il narcisista, questo perché come ho già detto, l'uomo inizialmente si mostra empatico disponibile e comprensivo, proprio come la dipendente affettiva, che è una persona caratterizzata da grande empatia e disponibilità a prendersi cura dell'altro. Una volta che il narcisista ha gettato la maschera, lei continuerà a volerlo salvare, a volerlo cambiare, ma i suoi sforzi saranno oltre che vani, anche estenuanti. Queste relazioni segnano profondamente la parte dipendente, tramite somatizzazioni, depressioni, insonnia, attacchi di panico, fino a configurarsi in un vero e proprio Disturbo Post Traumatico da Stress.


Sole del mattino Hopper

 La vittima continuerà a pensare ossessivamente al partner, assumerà un atteggiamento controllante, anche persecutorio, nel momento in cui il partner la abbandona può cercarlo insistentemente, con sms , chiamate, andando sotto casa, questo perché è incapace di vedersi sola, ne è terrorizzata, anche se talvolta c'è la consapevolezza della distruttività del legame. il dipendente non avendo riscontri sperimenta un forte vissuto abbandonico e di vuoto, il valore di sé è strettamente legato alla presenza del partner, nonostante questo le svalorizzi incessantemente.

Cosa accomuna narcisista patologico e affettivo dipendente?

Entrambi esercitano una forma di controllo sull'altro, il narcisista come manifestazione del suo potere "posso fare di te ciò che voglio", il dipendente controlla per contenere la sua paura di solitudine, vuoto e abbandono. Ed entrambi possiedono una ferita narcisistica più marcata nel caso del narcisista il quale attraverso le sue modalità svalutanti e controllanti cerca proprio di evitare di contattare nuovamente la ferita narcisistica, per lui ricevere un rifiuto, una mancata ammirazione, significa sminuire il suo ego, e quindi farlo scivolare in contatto con la ferita narcisistica, come quando era bambino e i suoi bisogni e desideri erano repressi egoisticamente dalla madre,  nel caso del dipendente affettivo la ferita narcisistica è più nascosta ed è conseguenza del non essere stata vista da piccola, dell'aver dovuto prendersi cura dei bisogni altrui, divenendo incapace di riconoscere i propri. Quindi il dipendente affettivo è tutto focalizzato sui bisogni dell'altro, mentre il narcisista è totalmente egoriferito.

Cosa fare dunque?

Sempre più spesso si sente parlare del "no contact" , questo significa andare via dalla persona narcisista e bloccare ogni forma di comunicazione, dal telefono, ai social, ecc., questo può essere molto utile nel caso di relazioni abusanti, dove 'è pericolo per l'incolumità fisica e psichica della vittima, ma bisogna tenere in considerazione che la focalizzazione ossessiva sull' "amato" resta, e che la tentazione a ritornare è molto forte e spesso si concretizza. E' allora fondamentale rivolgersi a uno psicoterapeuta per chiedere aiuto, soprattutto per rinforzare la propria autostima e guarire le ferite, i traumi che hanno portato a interagire con una persona tossica come un narcisista patologico, per poter imparare a bastare a se stessi, a stare nella propria solitudine senza esserne terrorizzati, ad amarsi, capendo che si hanno tutte le potenzialità per poter uscire da queste dinamiche perverse. Le relazioni con un narcisista patologico offrono paradossalmente l'occasione per guardarsi dentro e poter lavorare su antiche ferite, ed è utile tenere a mente che nel mantenimento della relazione distorta anche la vittima dà il suo contributo, offrendosi  e prestandosi a qualsiasi umiliazione, da qui l'importanza di comprendere cosa la spinge a restare in un rapporto così deleterio. Solo lavorando su questi aspetti e  guarendo i traumi, entrando in contatto con le proprie emozioni, è possibile evitare di ricadere in simili relazioni anche in futuro. E' utile riscoprire gli aspetti positivi e gioiosi di sé che si sono nascosti sotto il velo nero di queste relazioni pericolose e tossiche, è importante distinguere tra il bisogno di stare con una persona per colmare vuoti atavici e il desiderio di condividere dei momenti insieme al proprio partner. Distinguere una relazione dove si sta solo perché l'altro colma un vuoto, tra l'altro in modo illusorio e tossico, da una relazione dove si ama e ci sente amati veramente. Solo così si potrà amare in modo sano, avviare rapporti di coppia caratterizzati da autenticità, da intimità, dove ognuno è accolto dall'altro per quello che è, senza giochi di potere e controllo, senza umiliazioni, ma reciprocità, amore per se stessi e amore per l'altro.

Dott.ssa Germana Verganti, psicologa-psicoterapeuta

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