LA DONNA NARCISISTA: RELAZIONE DI COPPIA

04.06.2018

NARCISISMO AL FEMMINILE

È più frequente sentire parlare di narcisismo perverso come se questo fosse una prerogativa prevalentemente maschile, in realtà tale disturbo riguarda anche le donne, ma il fenomeno è meno palese per via di uno status sociale in base al quale l'uomo deve apparire forte e non soggiogato o dipendente da una donna, e per tale motivo tende a celare la sua sofferenza, rivolgendosi raramente a uno                                                      specialista per affrontare il dolore e la frustrazione.

Foto di Anima Migrante

I tratti del narcisismo sono i medesimi per uomo e donna, l' APA (Associazione Psichiatrica Americana) ha individuato nove punti, e per porre diagnosi devono esserne presenti almeno cinque:

1. Senso di grandiosità

2. Mancanza di empatia verso gli altri

3. Invidia persistente

4. Certezza di meritare privilegi più degli altri

5. Percezione di essere unici o speciali e capiti solo da poche persone

6. Tendenza a sfruttare gli altri per i propri interessi

7. Reazione rabbiosa o di grande umiliazione di fronte a una critica

8. Fantasie di illimitato successo, potere, amore, bellezza

9. Eccessive richieste di attenzione o ammirazione

Per quanto riguarda il narcisismo perverso, questo si pone all'estremo di un narcisismo sano, che è caratterizzato da amor proprio e autostima adeguati. Il narcisista perverso o maligno raggira e manipola l'altro per raggiungere i propri scopi, incurante delle conseguenze e delle sofferenze che può arrecare con il suo comportamento, incapace di mettersi nei panni dell'altro.

La donna, esattamente come l'uomo, è inizialmente generosa, gentile, riesce a cogliere i punti deboli della vittima, che si mostra bisognosa, è come se prima di agganciare la preda utilizzasse una forma di empatia finalizzata esclusivamente alla conquista. Sono donne estremamente carismatiche, affascinanti, intelligenti, che dichiarano amore smisurato verso il partner, il quale lusingato cade nella "trappola". Una volta che ha conquistato la sua preda la narcisista maligna a differenza dell'uomo, non molla la preda, spaventata dalla richiesta di un legame affettivo e rivolgendosi subito a cercare una nuova vittima, no! La donna, non si spaventa e inizia un legame altamente distruttivo e devastante per la coppia, tutto ciò che aveva esaltato nell'uomo viene rinnegato, il suo desiderio di controllo, il suo senso di onnipotenza e grandiosità, sono talmente forti che il suo obbiettivo è quello di cambiare la personalità del partner a suo piacimento. La donna narcisista fa continue richieste al partner di prove di amore che servono per alimentare il suo ego.

Nanà, Manet

La narcisista manipola il partner senza provare il minimo senso di colpa, battendo sui punti deboli, alimentando il senso di inadeguatezza dell'altro, imponendo regole ben precise da rispettare inderogabilmente, facendo cadere la vittima in una spirale di dipendenza affettiva con gravi conseguenze traumatiche. L'altro è solo uno specchio in cui riflettere se stessa, e come tale va plasmato, modellato, ricorrendo al ricatto, alle lusinghe ben ponderate, alle minacce, alle bugie, alla svalutazione e critica costante, al silenzio, al gaslighting, con la conseguenza di rendere il partner totalmente dipendente sia dal punto di vista affettivo , che spesso anche economico, isolandolo socialmente da chiunque potrebbe evidenziare alla vittima la sua problematica, tutto ciò traduce il partner in un essere che può esaltare la grandiosità della donna. Tutto questo ha come conseguenza l'isolamento sociale dei membri della coppia, lei focalizzata esclusivamente a denigrare l'altro e a tentare ossessivamente e in maniera persecutoria di cambiarlo, lui pronto a cercare inutilmente di soddisfare qualsiasi richiesta della partner. La coppia litiga, si riappacifica, si divide, per poi riunirsi in modalità sempre più distruttive. Lui implora la partner di tornare insieme rassicurandola che farà tutto ciò che lei desidera pur di non perdere un punto di riferimento, lei si mostra benevola e lo riaccoglie per poi ripartire all'attacco con le sue modalità svalutanti. Talvolta è lei che lo ricerca nuovamente, dopo averlo lasciato e lui dipendente e ormai devastato psicologicamente si presta nuovamente alle richieste della partner vista come indispensabile per sopravvivere, annullandosi totalmente pur di rendere soddisfatta la partner ed evitare nuovamente la rottura della relazione. Le vittime della donna narcisista perversa sono uomini che nella loro storia infantile hanno dovuto relazionarsi con un genitore "tiranno" e dispotico. E' importante che gli uomini vittima di queste relazioni superino lo stigma sociale dell'uomo che deve essere forte, e chiedano l'aiuto di uno specialista, per comprendere l'origine che li porta ad agganciarsi a donne narcisiste patologiche, accettare di avere un disagio ed elaborarlo, solo così potrà decidere di cambiare il proprio copione, adottando strategie funzionali nella situazione attuale, e abbandonando quelle strategie disfunzionali che un tempo lo aiutavano a sopravvivere in un ambiente familiare ostile, dove era necessario soddisfare le richieste del genitore autoritario.

Per quanto riguarda la donna narcisista, bisogna comprendere che si è costruita una struttura altamente difensiva, ha imparato a reprimere le proprie emozioni, venendo così a mancare di empatia, perché nel suo contesto familiare non le era permesso esprimerle, la bambina futura narcisista era messa costantemente al centro dell'attenzione e doveva soddisfare standard di perfezione elevati pur di essere accettata dai propri genitori. La persona narcisista, in ottica analitico transazionale presenta uno Stato dell'io Bambino grandioso, al fine di supplire al Genitore inadeguato nelle funzioni di sostegno, incapace di fornire stima e sicurezza in modo autentico, ed è caratterizzato da un Adulto che minimizza le conseguenze delle proprie azioni sugli altri. Nei rari casi in cui una narcisista perversa ricorra ad uno specialista, è fondamentale stimolarla al riconoscimento delle emozioni represse nell'infanzia verso i genitori e fare in modo che si conceda il permesso di esprimerle, gettando la maschera dell'aggressività, che la protegge dalla paura di essere fragile.

Dott.ssa Germana Verganti, psicologa-psicoterapeuta