BORDERLINE: VUOTO E VISSUTO TRAUMATICO

14.06.2018


Il DSM IV-TR definisce il Disturbo Borderline di Personalità (riscontrato con maggior frequenza nel sesso femminile) caratterizzato da un quadro pervasivo di instabilità nelle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé e degli affetti, di una marcata impulsività a partire dall'inizio dell'età adulta fino al presente in una varietà di contesti; per porre diagnosi è necessaria la presenza di 5 o più dei seguenti sintomi:

  1. sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono;
  2. un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione;
  3. alterazione dell'identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili;
  4. impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (quali spendere oltre misura/gioco d'azzardo, sessualità promiscua, abuso di sostanze/uso di alcolici, guida spericolata, eccessi alimentari ecc.);
  5. ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante;
  6. instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (es. episodica intensa disforia o irritabilità e ansia, che di solito durano poche ore e, soltanto più raramente più di pochi giorni);
  7. sentimenti cronici di vuoto;
  8. rabbia immotivata ed intensa o difficoltà a controllare la rabbia (es. frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici etc.);
  9. ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress

La persona borderline vede qualunque cosa nella sua vita caratterizzatoda tratti traumatici, ogni cosa è vissuta in maniera amplificata, eccessiva, tutto è imprevedibile e inaffidabile. In ogni aspetto della vita manca il senso di sicurezza mentre prevale quello del  rischio, non è possibile fare affidamento sull'altro, questo è ciò che il Borderline ha imparato nella sua storia, per una serie di eventi traumatici, di abusi, di maltrattamenti, e di rapporti con  figure di riferimento ambivalenti.

Il borderline sperimenta spesso confusione circa le sue emozioni, difatti di fronte alle situazioni le sue reazioni sono caratterizzate da una emotività mista: c'è rabbia, vissuto abbandonico, senso di disperazione, di vuoto, talvolta ci sono manifestazioni depressive, ansia, angoscia. Il mondo emotivo del Borderline è caotico, indifferenziato.

Ma come reagisce il borderline di fronte a una ferita, un abbandono?

Con la tendenza ad agire, perché la fuga nell'azione contrasta il forte vissuto di vuoto, di appiattimento che la ferita provoca. Queste azioni per non sentire dolore sono in realtà spesso dannose per la persona, possono tradursi in condotte come il sesso promiscuo, l'abuso di sostanze, alcol, benzodiazepine, correre con la macchina, incurante del pericolo che può arrecare a sé e gli altri, oppure nell'autolesionismo, infliggersi dolore fisico è un modo per ricentrarsi, per sentirsi ed affievolire il dolore dell'anima. Nell'autolesionismo c'è anche un aspetto che dice: "prenditi cura di me".

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Il valore della propria esistenza è strettamente legato alle esperienze positive che le figure di riferimento hanno permesso, fondamentali per la costruzione dell'autostima e della fiducia di base. Lo stile di attaccamento delle persone Borderline è di tipo ambivalente perché la figura di attaccamento non è stata una presenza stabile e sicura, ma anzi totalmente imprevedibile, questo quindi non ha permesso di introiettare delle figure genitoriali positive e rassicuranti. Inoltre spesso i messaggi ingiuntivi che arrivavano al bambino erano quelli di "non esistere", "non essere importante", contribuendo così a rimandare al figlio una immagine di sé non degna di amore. Questo spiega il senso di vuoto e  anche , perché i soggetti borderline si sentano vivi riproponendo lo stesso schema relazionale nella coppia, sentendosi fortemente dipendenti dal partner, ma oscillando continuamente nell'umore, e tra idealizzazione e svalutazione dell'altro, tra amore e odio, tra critica e rabbia. Spesso nella loro storia queste persone hanno subito continui traumi e questo comporta delle conseguenze: 

  • una attivazione emotiva incontrollata e diffusa dirompente: il trauma che si riattiva a seconda delle circostanze, annulla la capacità di elaborare i dati di realtà,  ciò che fa da filtro è il cervello emotivo, manca la funzione riflessiva, e la persona ricorre a meccanismi difensivi come quelli di attacco o fuga.
  • ipersensorialità: prevale la componente sensoriale dell'individuo rispetto a quella logica, è per questo che nel riportare il racconto di un trauma la persona ha dei vuoti di memoria.

Quali sono gli effetti dei traumi sulla persona?

Un continuo stato di allarme: la persona vive  come se dovesse accadere da un momento all'altro qualcosa di minaccioso e imprevedibile così come avveniva nel suo contesto familiare e relazionale. Non avendo introiettato delle figure di riferimento positive, manca la fiducia di base verso il mondo e gli altri, chiunque può essere fonte di pericolo.

La dissociazione: c'è una alterazione nella capacità di osservare cosa accade dentro di sé, non si è totalmente consapevoli delle proprie azioni perché i traumi hanno danneggiato la capacità di autoriflessione, di conseguenza il borderline passa direttamente all'agito.

La coazione a ripetere: nonostante l'evento sia traumatico, la persona tende a rivivere l'esperienza traumatica, con l'intento di controllarlo.

"Il trauma è la morte in azione"

(A.Correale)

Per quanto riguarda il trattamento, si è rivelata molto utile la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) di Marsha Linehan, che ha sofferto anche lei del Disturbo Borderline. La DBT unisce la terapia individuale a quella di gruppo, utilizza la Mindfulness e il ricorso ai contatti telefonici col terapeuta;  si incentra sui concetti di tesi e antitesi, ovvero la realtà non è vista come statica ma data da polarità opposte, l'obbiettivo della terapia è dunque quello di trovare un compromesso tra queste polarità dicotomiche e di favorire l'apprendimento di nuove abilità psicosociali per gestire lo stress (Skills-training).

Secondo una prospettiva psicoanalitica, l'obiettivo è lavorare sulle relazioni oggettuali interne (Kernberg), evidenziare come queste vengono rimesse in atto nelle relazioni attuali. Lo stesso setting terapeutico permette di analizzare in che modo le relazioni conflittuali interiorizzate nel passato, interferiscano nella vita presente, e in particolare nelle relazioni interpersonali. L'intento è quello di modificare l'organizzazione di personalità e la qualità delle relazioni interiorizzate, quindi la focalizzazione della terapia è sulla risoluzione della diffusione dell'identità per favorire la maturazione di una percezione di sé e dell'altro integrata, non ricorrendo più così a meccanismi di difesa come la scissione.

Dott.ssa Germana Verganti, psicologa-psicoterapeuta

Correale A., et al (2001). Borderline. Lo sfondo psichico naturale. Edizioni Borla

Kernberg O.F. (1984). Disturbi gravi della personalità. Tr. It Boringhieri, Torino 1987

Linehan M. (2017). Introduzione alla DBT. Il trattamento cognitivo comportamentale del disturbo borderline. Raffaello Cortina Editore, Milano.